Nel contesto odierno una delle emergenze in ambito educativo è il fare crescere nell’identità di genere.
Cosa è maschile, cosa è femminile? Che cosa è dato o che cosa è innato nell’essere maschio o femmina? Quali sono le predisposizioni di un figlio maschio o di una figlia femmina? L’essere diversi vuole dire essere anche diseguali? Che tipo di approccio è richiesto alle cosiddette agenzie educative: famiglia, scuola, istituzioni? Che valenza hanno le scuole omogenee, così diffuse nel mondo anglosassone?
Il dibattito su questo argomento è aperto a livello internazionale, ma in Italia se ne discute poco. Perché? Probabilmente, affermano gli Autori, per la paura a non volersi esporre e affermare alcune verità e quindi per non essere tacciati come discriminatori o reazionari o retrogradi.
Con spirito pionieristico, quindi, nel testo affrontano l’argomento arrivando a dimostrare la fondatezza dell’identità di genere con delle tesi scientifiche e sociologiche esposte in maniera accessibile e divulgabile.
Nel primo capitolo, sono esaminate le differenze scientificamente fondate, in termini neurofisiologici e psicologici, tra maschi e femmine e di come questa differenza potrebbe essere raccolta e valorizzata in ambito educativo.
Inoltre, con un breve excursus viene descritto come è stata concepita la mascolinità e femminilità negli ultimi cinquant’anni e l’evoluzione storica, sociale, culturale.
Inoltre con esempi attinti dall’esperienza quotidiana di psicoterapeuti, gli Autori esaminano l’importanza di un idoneo atteggiamento fatto d’intuizione e prudenza da parte dei genitori ed educatori nell’incanalare le potenzialità dell’essere maschio o femmina dei propri figli o allievi e nel proporre un modello coerente e credibile.
Gli autori